Io sono te
Un lavoro antropologico, un lavoro creativo. Il suo processo creativo inizia con il desiderio di conoscere il luogo che, in senso antropologico, lo porta ad entrare nel territorio sociale, vivendo vicino ad esso, osservando, dialogando e cercando di comprendere le persone, le loro espressioni e comportamenti, la loro cultura urbana. La scelta dei materiali si definisce poco a poco, immaginando le forme creative che verranno costruite a seconda dello spazio espositivo. Questa parte del processo è finalizzata alla riflessione e con essa alla trasmissione dell’interculturalità incorporata nel suo spirito interdisciplinare e nella costante ricerca in una prospettiva umanistica. La sua preoccupazione si percepisce in ciascuno dei suoi pezzi scultorei, poiché gli elementi della natura convivono con quelli che sono creazioni dell’uomo e che in molti casi appartengono all’ordine della produzione industriale e naturale. Giacomo Rizzo costruisce corpi di memoria culturale che esprimono livelli di rapporto dell’uomo con la natura, rendendo conto del suo errato atto violento esercitato dal desiderio di potere e di possesso che lo porta ad essere invasivo e sopraffacente. La rivalutazione del fare, proiettata in ciascuna delle sculture, non solo sancisce il desiderio di ritorno e importanza del lavoro artigianale di fronte al boom delle produzioni industriali e di conseguenza all’artificiosità e alla freddezza che caratterizza la cultura globale del consumo e dello spreco, ma propone anche la necessità di recuperare il controllo del tempo, della sensibilità e della riflessione, la disponibilità ad arrendersi alle forme e alla sensualità che ogni spettatore può ottenere dal proprio incontro con queste opere. Tra poesia e poesia, i suoi pezzi diventano invasivi, con grande mobilità e violenza che irrompono nello spazio come gesto necessario per attivare il clacson e avvisarci del pericolo in cui ci troviamo in questa folle corsa a cui siamo soggetti oggi e in futuro dall’altro, l’azione sapiente della natura per rigenerarsi e riappropriarsi della propria posizione e del proprio spazio. Dietro ciascuna delle sue sculture bioorganiche, la sensualità e la sua apparente fragilità vincono sulla situazione pericolosa che le sue stesse superfici, frastagliate, taglienti, ecc., possono presentare. Tuttavia, in questo doppio senso, riconosciamo la sua opera attraverso la tradizione recuperata e sostenuta della scultura come processo e prodotto, sotto l’essenza della sensibilità e della sensorialità e che in Rizzo è assemblata attraverso un linguaggio espressivo e poetico elaborato attraverso rifiuti e natura morta. con cui, paradossalmente, riesce a trasmetterci la vita e a contagiarci con la sua visione immaginaria, dietro la quale si nasconde la condizione umana di vedere e sentirsi parte della natura in un contesto pericoloso e sospetto.
L’artista
Artista siciliano, nato a Palermo nel 1977, Docente di Scultura e Fonderia all’Accademia di Belle Arti di Palermo. Vive tra Palermo e Córdoba (Spagna), la sua poetica si configura come una continua ricerca estetica e linguistica attraverso il contatto diretto con la natura e il suo territorio che diventa per l’artista luogo dell’anima. Dall’incontro con lo spazio naturale estrae forti sensazioni e suggestioni che, insieme ad un’attenta analisi della società contemporanea, inviano messaggi chiari e precisi sul rapporto tra l’uomo e l’ambiente attraverso la scultura. Le sue opere e installazioni in relazione al territorio e all’architettura sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private e in musei internazionali.
Ha realizzato molte opere pubbliche e monumenti, tra i più recenti: 2023 Lima, Istituto Italiano di Cultura di Lima, Perù; 2022 Chimpum Callao, Exhibition Park, Museo Mali, Lima, Perù; Passaggi 2020, al Museo e Teatro Romano di Lisbona. 2020 Where is your nature? Mana Contemporary Museum, New York. Dal 2018 al 2022 tre opere sono state esposte nell’area Partenze dell’Aeroporto Internazionale Falcone e Borsellino di Palermo; 2016 Respiro, Museo Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo (Palazzo Riso); 2016 Matermania, Villa Lysis Capri (NA), opera che ha ricevuto il prestigioso Matronato Museo Madre e la Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee; 2015 Itaca, Monumento allo IAMC CNR-UOS, Osservatorio Biodiversità Marina, Capo Granitola (TP); 2014 The Pat, Palazzo delle Nazioni Unite, Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, New York, USA.
Tra le mostre, Giacomo Rizzo, 2022 In the land, Istituto Italiano di Cultura di Lima, Perù. 2022 La vida comò experencia, retrospettiva, Pabellon “El Pilar”, Hinojosa del Duque, Córdoba (Spagna). 2022 La ciudad por fuera, la ciudad por dentro, Tempio del Sole, Qorikancha, Cusco, Perù.
2020/21 Na palma de uma rocha, Museu Teatro Romano, sito archeologico del Teatro Romano, Istituto Italiano di Cultura di Lisbona, Portogallo. 2019 Spirituality in Material Palazzo delle Nazioni Unite (ONU), New York.