Il territorio di Salemi e il comprensorio di Montagna Grande sono parte dell’area interna del trapanese ed inseriti in un paesaggio denso di storia e ricco di numerose risorse. Tra i principali attrattori si segnalano:
Salemi, centro storico e patrimonio monumentale. La cittadina è inclusa nel club dei “Borghi più belli d’Italia” grazie soprattutto alla rilevanza artistica e culturale del suo patrimonio architettonico e l’armonia del tessuto urbano del centro storico, in buona parte recuperato a seguito del sisma che ha colpito la zona della Valle del Belice nel 1968. Il centro sorge sul sito dell’antico insediamento elimo di Halyciae (Alicia) fondata nel VIII secolo a.C. A causa della sua posizione spesso venne coinvolta nei continui contrasti tra Segesta (Elima) e Selinunte (colonia greca). A conclusione del periodo di dominazione romana dell’isola, venne saccheggiata dai Vandali nel V secolo fino alla conquista greco-bizantina nel 535. Nell’827 venne occupata dagli arabi che in quegli anni si insediarono in Sicilia fino al successivo avvicendamento con i Normanni. Nel XIII secolo alla morte di Federico II di Svevia iniziò il periodo Angioino che ebbe forti ripercussioni negative sull’economia e la qualità della vita cittadina. Negli anni successivi Salemi vide un rafforzamento delle sue fortificazioni anche per il suo ruolo strategico nel territorio. Nel 1735 ebbe inizio la dominazione borbonica, conclusa poi nel 1860 con lo sbarco dei Mille a Marsala. Grazie all’aiuto del Barone Giuseppe Triolo, Giuseppe Garibaldi proprio a Salemi il 14 Maggio proclamò la “Dittatura”, cioè il governo di Vittorio Emanuele II futuro re d’Italia designando la cittadina come prima capitale del Regno, titolo che mantenne per un solo giorno. Sono numerosi i monumenti e le opere architettoniche di pregio da segnalare.
Il Castello Normanno edificato a partire dal 1077 sorge su preesistenti fortificazioni greco-romane e, grazie alla sua imponente mole, rappresenta un punto di riferimento per il tessuto urbano e uno dei monumenti più rappresentativi. Conserva oggi un impianto squadrato con tre torri angolari, una cilindrica e due quadre; la quarta è probabilmente crollata nel XVII secolo. Dopo i danni subiti dal sisma del 1968 e un lungo periodo di chiusura, è oggi usato come sede museale. L’antico Duomo di San Nicola di Bari, anch’esso edificato su un preesistente tempio romano poi divenuto moschea in epoca araba, vede la sua edificazione principale nel 1615 con successivi rimaneggiamenti fino al XVIII secolo. Il fabbricato subì ingenti danni a seguito del sisma del 1968 e la conseguente incuria causarono il crollo quasi totale della struttura che, si presenta oggi come una scenografica architettura aperta divenuta Piazza Alicia. Si conservano porzioni dell’abside e due colonne della navata; il tutto secondo un ridisegno dello spazio definito da Alvaro Siza e Alberto Collovà che vollero restituire alla città la memoria del luogo integrata con le attuali rovine. Sono numerose le Chiese che arricchiscono il patrimonio artistico cittadino e purtroppo molte di queste a seguito dei danneggiamenti del sisma sono oggi chiuse al culto, non visitabili o ridotte a soli ruderi. La Chiesa di Santa Maria della Catena è una delle più antiche della città risalendo la sua costruzione al 1060. Vide numerosi interventi di restauro e ampliamento; quando a metà del Novecento si decise la sua ricostruzione, i lavori vennero irrimediabilmente interrotti dal sisma del 1968 tanto che oggi permangono solo parti delle mura laterali. La Chiesa del Rosario venne edificata nel 1536 e affiancata ad un ospizio per pellegrini. Nel XVIII secolo subì un importante restauro. A seguito del terremoto del 1968 rimangono solo parti delle mura e la facciata. La Chiesa di San Tommaso Apostolo risale al 1539 e anche di essa permangono parti della facciata. La Chiesa e il Convento di Santa Chiara fu uno dei più antichi in Sicilia essendo attivo già nel XVI secolo. Oggi la struttura è sede della Biblioteca cittadina. La Chiesa di San Bartolomeo ex Santa Apollonia venne costruita intorno alla Chiesa del Collegio nel Seicento. Negli ultimi anni è stata sede del Museo dei pani. La Chiesa di San Francesco venne fondata come complesso conventuale nel 1362. Subì numerosi restauri soprattutto nel XVIII secolo. Per la sua posizione nella piazza principale il suo campanile costituì un importante punto di riferimento per la città. La Chiesa e Convento di Sant’Agostino risale al XV secolo su probabili pre-esistenze del XVIII secolo. Oggi il complesso è sede di alcuni uffici comunali. La Chiesa del Collegio dei Gesuiti venne fondata nel XVII secolo, ma riedificata dopo un crollo a nei primi del Settecento. Pregevole la facciata con colonne tortili e l’organo dorato settecentesco. Svolge oggi la funzione di chiesa madre in sostituzione del Duomo di San Nicola. Il complesso dell’ex Collegio dei Gesuiti, sempre di origine seicentesca, è oggi un polo espositivo che accoglie le sezioni d’arte sacra, risorgimentale, archeologica, il Museo della Mafia e le Officine della legalità e l’Ecomuseo del grano e del pane. È uno dei più importanti nodi della Rete museale e naturale belicina che valorizza musei, parchi archeologici e riserve naturali distribuite su 14 comuni del comprensorio.
Basilica paleocristiana di San Miceli. Piccola testimonianza di un edificio di culto cristiano realizzato tra il IV e il VI secolo d.C. localizzato a nord del centro abitato. Mostra tre livelli di pavimentazioni decorate a mosaico e alcune tombe. La piccola basilica era probabilmente parte di un insediamento ellenistico.
Mokarta. Importante testimonianza dell’epoca preistorica in Sicilia posizionato su una altura ad ovest di Salemi. Insieme al villaggio abbandonato intorno al X secolo a.C. è possibile riscontrare numerose tombe “a grotticella” scavate nella roccia e che costituiscono un’ampia necropoli. Molto peculiari le capanne a pianta circolare con doppio ingresso, uniche in Sicilia. Alcune abitazioni presentavano altri spazi invece rettangolari con probabile scopo di magazzino. L’insediamento per la sua posizione strategica fu oggetto di rivalità con altri centri vicini; suggestivo il ritrovamento di uno scheletro di una donna nei pressi dell’ingresso di una capanna molto probabilmente schiacciato dai detriti del tetto crollati a seguito di incendio.
Monte Polizo. Sito archeologico posizionato su una montagnola a nord di Salemi. I resti mostrano una città Elima insediata intorno al VII secolo a.C. successivamente occupata dai punici. Secondo alcune ipotesi l’insediamento fu punto di contatto tra la civiltà elima, quella cartaginese e quella greca.
Lago Rubino. Invaso artificiale realizzato a seguito di sbarramento con diga per raccogliere l’acqua da utilizzare per l’irrigazione dei campi del territorio raggiungendo una capacità utile di 11,5 milioni di metri cubi di acqua, raramente raggiunti nei recenti anni a causa di lunghi periodi di siccità. Insieme alla Montagna Grande rappresenta ormai quasi un unico sistema ambientale importante soprattutto per l’avifauna. Attraverso percorsi di trekking, nei pressi della punta settentrionale del Lago, è possibile raggiungere i ruderi del Baglio Chinea, splendida architettura tipica dei sistemi produttivi trapanesi.
Salemi è inoltre un punto baricentrico per la visita ad importanti punti di interesse noti a livello regionale, tra cui:
- Parco Archeologico di Segesta. L’antica città Elima risulta abitata già nel IX secolo a.C. e collega le sue origini mitiche a Troia come la vicina Erice. Fu al centro di frequenti guerre e battaglie con Selinunte, importante città greca a sud nella fascia costiera del Belice. Durante la Prima guerra punica si schierò con Roma assumendo poi il ruolo di città libera. A seguito della distruzione ad opera dei Vandali nel V secolo, vi restò un piccolo insediamento abbandonato nel tardo medioevo. Il Parco Archeologico in territorio di Calatafimi-Segesta mostra ancora lo splendido tempio dorico e il teatro posizionato sulla cima del Monte Barbaro. Nel Settecento fu meta del “Grand Tour” che spinse molti intellettuali e artisti europei a riscoprire, anche in chiave romantica, antiche rovine del passato.
- Sacrario di Pianto Romano. Monumento sito in territorio di Calatafimi-Segesta progettato da Ernesto Basile nel 1885 a memoria della prima battaglia garibaldina e che raccoglie i resti dei caduti della battaglia di Calatafimi del 15 Maggio 1860.
- Valle del Belice. Il territorio attraversato dal Fiume Belice ad ovest di Salemi ospita le città e i borghi accomunati dalla triste vicenda del terremoto che colpì la popolazione nel 1968. Artisti ed urbanisti lavorarono alla ricostruzione secondo principi e dettami dell’arte e dell’architettura contemporanea. Il Cretto di Burri è una delle più grandi e note opere di Land art al mondo: una colata di cemento che ridisegna il tessuto urbano distrutto di Gibellina per congelarne la memoria. Poggioreale antica è la più autentica testimonianza di come i borghi apparissero prima del terremoto; il centro storico, oggi abbandonato, è infatti una memoria tangibile della vita nel territorio in un contesto che oggi la restituisce come una città fantasma. Numerose sono poi le opere artistiche distribuite a Gibellina nello spazio urbano e conservate nel locale Museo d’arte contemporanea (MAC). Tra gli artisti coinvolti nelle realizzazioni Pietro Consagra, Arnaldo Pomodoro, Mario Schifano, Andrea Cascella, Mimmo Paladino. Degna di nota anche la Chiesa madre progettata nel 1970 da Ludovico Quaroni e il sistema delle piazze. Partanna presenta ancora alcune espressioni monumentali di pregio nel suo centro storico dove spicca il magnifico Castello Grifeo. Castelvetrano è la città più importante del comprensorio. Lo scenografico sistema delle piazze unisce le tre piazze principali della cittadina e collega la Chiesa Madre cinquecentesca e il palazzo dei Principi di origine duecentesca con la splendida Fontana della Ninfa il tutto incorniciato da altri importanti palazzi storici. Il museo cittadino ospita reperti di importante valore tra cui l’Efebo di Selinunte, statua in bronzo del V secolo a.C. A ovest dell’abitato, nei pressi del Lago della Trinità, sorge la Chiesa della Santissima Trinità di Delia; originaria del XII secolo, nelle sue geometrie riprende il modello della cuba bizantina spesso utilizzato nelle architetture normanne del periodo. A sud nei pressi della costa emerge per importanza il Parco Archeologico di Selinunte, il più esteso d’Europa. La città greca tra il V e il III secolo a.C. fu una delle più importanti dell’isola, al centro di importanti scontri con i cartaginesi, l’indigena popolazione elima e anche Atene durante la battaglia di Siracusa con cui Selinunte si alleò. A seguito dell’occupazione punica venne poi conquistata dai romani, ma già nel I secolo a.C. venne parzialmente abbandonata. La città venne riscoperta nel Settecento ponendola come meta del “Gran tour” e importante sito archeologico che restituì importanti opere molte delle quali oggi conservate a Palermo, tra cui le Metope. Il Parco archeologico nei sui 270 ettari conserva magnifici resti dei templi, l’acropoli, il santuario, la necropoli e l’impianto urbano. A pochi chilometri di distanza a Campobello di Mazara, si trovano le Cave di Cusa; splendido sito in cui è possibile osservare il processo di estrazione e lavorazione della pietra di calcarenite utilizzata poi a Selinunte.